
Domenica scorsa sono stato a Milano per visitare il Salone Internazionale del Mobile. Quest’anno ho avuto a disposizione un solo giorno e, scegliendo la fiera, non ho avuto modo di visitare Zona Tortona.
Premesso che la Design week è un evento da non perdere perché in quei giorni Milano diventa realmente il centro del mondo per chi si occupa di design ed affini, devo ammettere di essere rimasto un po’ deluso, soprattutto dal Salone Satellite dove espongono gli emergenti e gli studenti.
Tutti gli anni mi sento dire che era meglio l’edizione precedente (io sono alla quarta) ma quest’anno condivido sul serio la diceria; a meno che non stia diventando troppo vecchio e smaliziato, chissà. Troppi dei progetti visti ieri sono sbilanciati sull’aspetto concettuale, in cerca di facili stupori e sorrisi. Le idee simpatiche non mancano, ma spesso si riducono a semplici divertssment, senza svolgere con il necessario rigore il tema progettuale scelto. Per come la vedo io, il buon design può far riflettere, ma deve innanzitutto servire a qualcosa, anche quando il progetto si fa forza soprattutto di un’estetica innovativa. Altrimenti tanto vale dire: “E’ arte”. Inoltre, vedere Cristiano Malgioglio strepitare nel padiglione con telecamera al seguito non è certo un segnale incoraggiante.
Tuttavia devo ricordare che molti dei progetti migliori li conoscevo già per averli visti nella blogosfera le settimane scorse, e che qualcosa di interessante da pubblicare su questo blog si trova sempre, ma auspico in futuro una selezione più restrittiva. Se cerchi una panoramica già pronta di quanto esposto al Salone Satellite, consiglio il report di Yatzer che, nonostante non condivida i contenuti al 100%, dimostra sempre buon gusto.
Per quanto riguarda invece il Salone del Mobile, purtroppo il tempo non è mai abbastanza! È sempre uno spettacolo incontrare dal vero progetti visti per mesi solo sul web e riviste, nonostante a volte arrivino anche le delusioni, ma questo fa parte delle regole del gioco.
Grandi sorprese non ne ho trovate, perché appunto i pezzi migliori li conoscevo già, oppure non erano “da blog”, ma una visita è sempre raccomandata.
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