
Ormai non posso più dedicare il tempo di una volta ai videogame, ma le passioni dell’infanzia e dell’adolescenza non si dimenticano facilmente perché appartengo a quella fortunata generazione che ha visto l’intrattenimento digitale crescere insieme ad essa, trasformandosi da un mucchietto di pixel bianchi in movimento, a sofisticate forme di espressione che hanno poco da invidiare a tanti prodotti cinematografici.
Qui si potrebbe aprire una lunga discussione, ma preferisco concentrarmi sull’argomento che conosco meglio e che credo sia pertinente alla linea editoriale di ELMANCO: Grand Theft Auto IV, l’ultimo “gioco” sfornato dalla casa di produzione Rockstar.
GTA IV divide il pubblico in due categorie, chi lo conosce come uno di quei videogiochi violenti criticati da giornali e telegiornali, e chi lo conosce per essere una delle più appassionanti esperienze interattive. Ancora non ho avuto modo di provare la quarta puntata della fortunata serie (e probabilmente dovrò ancora aspettare parecchio perché non possiedo una consolle di gioco), ma conosco bene le versioni precedenti, ho seguito lo sviluppo e i primi riscontri del nuovo arrivato su forum puntualissimi come GTA-Series, e ho grande fiducia in tutto quello che crea Rockstar Games, un’azienda che gode di una fedeltà ed una stima tra i consumatori quasi pari a quella della Apple.
Molti storceranno il naso, ma con GTA si respira lo spirito dei nostri tempi perché rispecchia la società americana depurata dalle ipocrisie e censure dei media ufficiali. Giustamente il suo utilizzo è vietato ai minori di 18 anni, ma un adulto ha modo di apprezzare l’azione, la trama e soprattutto la straripante ironia di una gangster-story interattiva in cui il protagonista è un delinquente dalla personalità molto più complessa e sfumata di quanto si possa immaginare.
Nella settimana di debutto GTA IV ha battuto ogni record di vendita; merito dell’indubbie qualità del gioco, ma anche della grande aspettativa orchestrata dalla campagna marketing. Rockstar investe cifre enormi in ricerca e creatività, ed è sempre a caccia di talentuosi programmatori, scrittori e designer che riescano a costruire un mondo virtuale tanto realistico, quanto giocabile e confortevole.
Ed i risultati si vedono. Altro che Second Life…
GTA è diventato un brand dall’identità precisa ed affidabile sia per quanto riguarda la progettazione che la comunicazione perché l’art direction riesce a supervisionarne la coerenza: il sito web, la campagna virale, le illustrazione che evolvono lo stile senza stravolgerlo, l’edizione speciale contenuta all’interno di una finta cassetta di sicurezza metallica… è difficile immaginare qualcosa di meglio per un prodotto del genere.
1 commento »
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vero, è un brand. e a me piace
Commento by baldo — 21 maggio 2008 @ 17:57